Liberateci di Liberazione

Liberazione, il quotidiano di Rifondazione Comunista, ha pubblicato una vignetta vergognosa.

La vignetta raffigura la barriera di filo spinato in Cisgiordania in modo simile all’entrata di Auschwitz, con la scritta sopra il cancello “la fame rende liberi”, parafrasi di “arbeit machts frei” (il lavoro rende liberi), scritta che campeggiava sulla porta di entrata del campo di concentramento.

Il messaggio è che gli israeliani trattano i palestinesi come i nazisti trattavano gli ebrei.

L’ambasciatore israeliano Ehud Gol è andato giustamente su tutte le furie e ha preteso le scuse.

Quelli di Liberazione le hanno negate, nel tentativo di spacciare il loro antisemitismo per critica al governo israeliano.

Bertinotti, chiamato in causa, è stato costretto ad emettere una nota di scuse, ed ha ammesso a denti stretti che vignette come questa vanno evitate. Ma si è seccato per essere stato messo in mezzo, come se la cosa non lo riguardasse.

Da notare l’atteggiamento dei mass media: l’episodio è stato passato quasi sotto silenzio. Avessero diffamato l’Islam, il mondo intero sarebbe insorto.

 

La trappola dei DS

La CdL sta cadendo nella trappola ordita dai DS. Gli ex-comunisti stanno spingendo i moderati a votare un DS. Come ha chiaramente fatto intendere Violante, si tratta di un aut-aut: o Napolitano o D’Alema. Quest’ultimo è stato congelato in attesa della decisione del centro-destra riguardo all’altro ex comunista, Napolitano, che viene dipinto come una figura di alto profilo istituzionale per fingere di venire incontro alla legittima richiesta di una figura adatta a rappresentare l’intero Paese.

Ma Napolitano non ha affatto questi requisiti. Prima di tutto, non ha un profilo istituzionale. L’unico incarico istituzionale che ha ricoperto è stato quello di presidente della Camera; ma si tratta di un ruolo al quale è stato designato nel quadro di un bilanciamento dei poteri. La DC era al governo, il PCI aveva la presidenza della Camera. Anche Irene Pivetti è stata presidente della Camera, ma a sinistra nessuno si sognerebbe di qualificarla solo per questo come una persona di alto profilo istituzionale. Napolitano non ha mai ricoperto incarichi in organismi diplomatici o economici; non ha competenze che ne facciano un’autorità in nessun campo che non sia quello squisitamente politico; i suoi trascorsi coincidono con la lunga militanza nel PCI e nel partito che ad esso è succeduto. E’ il classico uomo d’apparato.

La scelta della sinistra si è mantenuta rigorosamente nell’ambito del partito dei DS. Nessuna apertura a personalità “terze”, neutre rispetto all’apparato. Tanto meno si sono aperti, come il buoncostume democratico avrebbe richiesto, all’elezione di un candidato anche solo vagamente riconducibile all’area di centro-destra, incuranti del fatto che la sinistra ha già in mano il governo, la maggior parte delle regioni, le presidenze di Camera e Senato.

Il disegno è chiaro: la sinistra vuole tutto. Anche la Presidenza della Repubblica, che non solo è di per sé la carica più prestigiosa dello Stato, ma torna anche utile per l’eventuale nomina di altri senatori a vita. E’ evidente che la scelta di un Presidente di estrazione comunista sarebbe una garanzia per la creazione di senatori a vita scelti nell’ambito della sinistra, i quali andrebbero a rimpinguare la già folta pattuglia di voti di riserva per sinistra. Lo stesso Napoletano (o D’Alema), concluso il mandato, sarebbe un voto in più per la sinistra. Sono voti che fanno comodo: non essendo membri elettivi, i senatori a vita non devono rispondere al popolo, non c’è il rischio che non vengano riconfermati, e rendono molto più difficile al centro destra avere la maggioranza in Senato. Il centro-destra potrebbe trovarsi in minoranza pur avendo una percentuale di elettori superiore al 50%. I senatori a vita sono un’anomalia della nostra democrazia, e andrebbero aboliti.

A questo punto la CdL non deve cadere nella trappola e acconsentire a votare Napolitano. Se i sinistri vogliono tutto, deve risultare chiaro a tutti che se lo prendono di prepotenza. Resistete, e costringeteli a gettare la maschera.

Partenza!

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