Bach – Corale e Siciliana

Due registrazioni del grande Dinu Lipatti: il Corale “Jesus bleibet meine Freude” dalla Cantata BWV 147 “Herz und Mund und Tat und Leben” (arr. Hess), e la Siciliana dalla Sonata n. 2 per flauto e clavicembalo BWV 1031, nella trascrizione di Kempff.

A passo calmo e misurato Lipatti ci guida attraverso due pagine che hanno in comune la caratteristica di esprimere una voce dominante di adamantina purezza e una voce di sostegno con cicliche ripetizioni che danno l’impressione del moto perpetuo, un moto astrale e insieme spirituale che invita a una serena partecipazione all’assoluto.

https://www.youtube.com/watch?v=R0085wPebZc&list=LLxCSzZ350M-8FIr-_pqrIlQ&index=3&t=0s

Beethoven – Sonata op. 27 n. 2

Beethoven – Sonata op. 27 n. 2

pianoforte Solomon Cutner

Colpisce subito il rilievo dato alle terzine dell’accompagnamento. Altri ne fanno una superficie liscia su cui far scivolare il tema principale. Solomon ne fa dei passi che scortano le note isolate o ripetute del tema. Stabilisce il moto laddove altri lasciano giacere l’immoto.
L’Adagio sostenuto non è un paesaggio illuminato dalla luna, come se veramente la luna c’entrasse qualcosa con questa Sonata: è una camminata a passo fermo con l’anima sequestrata da un sentimento potente che soggioga il pensiero. Non è una distesa placidamente dormiente, è una forza oscura che si muove sotto la superficie. Non un calmante per la coscienza ma un pungolo che riscuote l’inconscio.
L’Allegretto è un vero Allegretto, non un Andante grazioso. Coerentemente col primo tempo, non è un quieto intermezzo ma una transizione graduale verso il Presto agitato.
Quest’ultimo non è interpretato con classica compostezza, ma nemmeno con iraconda veemenza: Solomon ne evidenzia le asperità, la grana irregolare, quella che si svela quando si guarda un tessuto compatto al microscopio. L’uniformità del Presto agitato ne viene scardinata: il movimento si mostra con il pauroso profilo di creste montuose al crepuscolo, confermando il carattere tutt’altro che apollineo di questa spesso fraintesa Sonata.

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Mozart – Rondò in re maggiore K 382

Mozart – Rondò in re maggiore K 382

pianoforte Annie Fischer

Bayerisches Staatsorchester

direttore Ferenc Fricsay

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Il fresco fascino di questo Rondò, oscillante fra un tono di intenerita confidenza e movenze di irrequieta gaiezza, incontra una perfetta celebrazione nella scintillante chiarezza con cui Annie Fischer lo porta gradualmente dal caldo trasporto iniziale all’esplosiva liberazione del finale.

Il tocco robusto e preciso della grande pianista ungherese, estremamente duttile nell’affrontare i repentini cambi di tono senza la minima sbavatura, fa apparire sbiadite altre pur pregevoli interpretazioni. Per fare un solo esempio, al suo confronto l’elegante portamento di Murray Perahia (che inoltre dirige la English Chamber Orchestra, ma il confronto con Fricsay non è proponibile) mi è parso compassato.

Ma di pianiste come Annie Fischer ne nascono non più di tre o quattro per secolo.