A Justified Sinner

The Private Memoirs and Confessions of a Justified Sinner

by James Hogg

Il romanzo, che ho trovato interessante dal punto di vista linguistico, mostra lacune per quanto concerne la trama e, in ultima analisi, il suo stesso significato. Salvo che non lo si consideri un semplice romanzo gotico, il cui unico fine sia di tenere il lettore col fiato sospeso, in continua attesa di eventi raccapriccianti, lo svolgersi degli eventi presenta stranezze che a lungo andare risultano fastidiose.

Il misterioso amico del protagonista, l’anima nera della storia, è chiaramente un essere demoniaco. Come diavolo, però, il suo comportamento appare un tantino incoerente. Dapprima suggerisce al protagonista che sia giusto eliminare quelli che chiama “i nemici della fede” (la cui unica colpa, peraltro, sembra essere quella di aver messo in guardia il protagonista dal suo tenebroso amico). Per convincere il protagonista che commettere un delitto sia la cosa più facile del mondo, mette in campo le sue arti diaboliche: nei pressi della scena del crimine assume le sembianze di altre persone, su cui vuol far ricadere la colpa.

Ma, visto che l’uomo da lui plagiato seguita a tentennare, specie quando l’amico si allontana, e non si decide a mettere da parte i suoi dubbi morali (in fondo che cosa gli ha chiesto il tentatore? Una bazzecola come uccidere il padre), ricorre a mezzi di persuasione più spicci: lo incastra.

Tutto ciò che in passato ha ordito a suo beneficio, lo rivolge ora contro di lui. Il protagonista si ritrova braccato, accusato di omicidio, stupro e altri crimini di cui non ha il più vago ricordo.

In proposito una domanda rimane senza risposta: il demonio ha commesso egli stesso quei delitti, assumendo le sembianze dell’amico, o ha spinto la sua preda a commetterli in stato di alterazione mentale, levandogli poi ogni memoria dell’accaduto?

C’è un altro punto irrisolto. A che cosa serve questa tattica? A provare al recalcitrante amico che sottrarsi al suo controllo è pericoloso? Ma così il diavolo opera con coercizione. Il suo fine dovrebbe essere quello di diffondere la corruzione morale, inducendo gli uomini a scegliere liberamente di fare il male. Può essere condannato alle fiamme eterne un uomo che compia delitti per paura della reazione del diavolo? Questo fa a pugni con i ruoli stabiliti nella commedia umana. Anche il diavolo, per vincere, deve rispettare le regole assegnate alla sua parte.

In seguito ci troviamo in mezzo a un altro pasticcio non risolto. Per scampare alla forca, il protagonista scappa e si rifugia in una specie di fattoria. Qui viene assalito da mille presenze invisibili. Sono altri diavoli? Che cosa li disturba? E perché il diabolico amico li sconfigge, salvando la vita all’uomo che vuol perdere? Resta il dubbio che questi spiriti siano stati sobillati proprio dal diavolo principale, che finge di sgominarli per legare finalmente a sé il tremebondo protagonista.

Queste domande non avranno mai risposta. Il romanzo è pieno di questi fili appesi. Non rivelerà nulla nemmeno il finale, alquanto stiracchiato e prevedibile, in cui il protagonista prende l’improvvisa decisione di suicidarsi per sottrarsi ai continui tormenti ed evitare di cadere nel gorgo della perdizione.

9/7/2021

Harold Pinter – Tradimenti

Leggere Pinter iniziando da “Tradimenti” equivale a viaggiare in Italia entrando da Venezia. C’è uno scambio di battute su Venezia nella commedia:

– Lo sa cosa manca a Venezia?

Cosa?

Il traffico.

In “Tradimenti” manca il traffico. Ossia il rumore di fondo delle commedie di Harold Pinter: la violenza verbale. Le parolacce, la violenza fra le persone. I suoi drammi sono di una violenza quasi surreale. Sembra inconcepibile che possano crearsi situazioni così violente in cui la gente rimane così tranquilla. Forse Pinter vuol dirci che siamo a tal punto assediati dalla violenza che ci abbiamo fatto il callo; ma che basterebbe un “click” nella nostra vita, un lieve inaspettato mutamento, per precipitarci in uno stato angoscioso, facendo irrompere la tragedia.

Ciò che rende particolare questa commedia è il montaggio. Si va a ritroso, dal 1977 al 1968. E’ come un affondare progressivo e irreversibile nei ricordi. Pinter ha reso un omaggio al “sentimento” per eccellenza con il linguaggio più asciutto e antiromantico che si possa immaginare.

Il linguaggio di Pinter è unico. Mischia umorismo e dramma. L’inventiva si è un po’ indebolita e schematizzata negli ultimi lavori. Opere a tesi. Ma nei primi è magnifica.

Leggetelo. Leggete Pinter entrando da Venezia. O da un altro punto qualsiasi.

* *

Pinter rappresentato da attori italiani è inguardabile. I nostri attori non hanno il “passo” pinteriano, recitano tutto con enfasi accademica. I testi di Pinter sono difficili da rendere, per la nostra cultura. Il suo uso del linguaggio è unico: smonta il discorso comune e lo ricompone in un modo che è insieme comico e drammatico. Potrei dire spietatamente comico. La comicità va totalmente persa nella recitazione italiana: un dramma di Pinter interpretato da attori italiani è privo di senso. Ho visto una scena di un suo lavoro, mi pare “Il bicchiere della staffa”, in TV, con una nostra compagnia. Noiosissimo.

Pinter parte dalla conversazione comune e la fa scantonare in un contesto surreale, quasi un universo parallelo, dove le personalità vengono alla luce loro malgrado, cozzando l’una contro l’altra: la stessa lingua convenzionale, che serve nella vita per mantenere buone relazioni,  nei suoi drammi si rivolta contro i personaggi, diventa un’arma tagliente con cui tutti menano fendenti a tutti e finiscono per esprimere un’aggressività inattesa ed estrema.

La pornografia in Manzoni

L’Adelchi viene portato ad esempio di letteratura patriottica. Indubbiamente lo è. Nessuno però sospetterebbe che in questo dramma si celi in una certa dose di pornografia, che l’Alex nazionale (non sto parlando di Del Piero) vi ha furbescamente nascosto tra le pieghe.
Un esempio? Il famoso coro. Esaminiamone alcuni passi.

Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti

E’ praticamente la descrizione dell’apparato sessuale di una vecchia battona.

E più giù:
dai solchi bagnati di servo sudor.

Descrive la copula di un domestico con la suddetta battona.

Ancora:
S’aduna voglioso, si sperde tremante,
per torti sentieri con passo vagante,
fra tèma e desire, s’avanza e ristà

E’ un superbo affresco dell’andirivieni della clientela delle prostitute, che arriva piena di desiderio e poi, a sforzo concluso, reggendosi a stento sulle gambe, si disperde nei vicoletti della zona malfamata. Non manca l’introspezione nella psicologia del cliente, combattuto fra il desiderio e la paura della polizia.


E sopra i fuggenti, con avido brando,

quai cani disciolti, correndo, frugando,
da ritta, da manca, guerrieri venir

Immancabile, arriva la retata. I clienti non avevano tutti i torti a essere guardinghi.

son giunti da lunge per aspri sentier:
sospeser le gioie dei prandi festosi,
assursero in fretta dai blandi riposi,
chiamati repente da squillo guerrier.

In un flash-back, vediamo qui il furtivo allontanarsi da casa dei clienti in cerca di piacere: vengono da lontano, a volte da altre città, percorrendo strade piene di buche (aspri sentier). Si sono allontanati dalla tavola con un pretesto, oppure hanno aspettato che la moglie si addormentasse per uscire furtivi, tanto forte era il richiamo della squillo (qui detta “guerrier”: a dimostrazione che Manzoni non disdegnava il sado-maso).


La critica manzoniana dovrebbe forse rivedere le sue posizioni: l’aureola di santità, di cui ha circonfuso il nostro più emblematico scrittore cattolico, appare a questo punto un tantino esagerata.

Citazioni

“Avanti, lombrichi! Fate il vostro dovere: dissodate, rivoltate le zolle! E voi, sanguisughe, non battete la fiacca: succhiate, spremete fuori quel sangue, alleggerite la pressione! Non vorrete farvi battere da quei parassiti dei platelminti!
Non ditemi che volete ridurvi alla stregua di un qualsiasi verme solitario. Non potrei sopportarlo, dopo tutto ciò che ho fatto per voi. Praticamente vi ho creato dal nulla”.

(da Il Signore degli Anellidi)

Citazioni

“Ho la schiena a pezzi. Non ce la faccio più a pulire casa. Ho bisogno di un pomeriggio di riposo. Che ne dici, stanza, puoi rimanere in disordine fino a domani? Mi permetti di andare al cinema, oggi pomeriggio? E tu, polvere, non ne approfitterai per fare baldoria e depositarti dappertutto? Sii buona, fammi vedere il film senza rimorsi di coscienza! Lo farai?”

(da Chiedi alla polvere, di John Fante)

Nuova teologia

Dan Brown è stato appena assolto dall’accusa di plagio per il libro che gli ha dato la fama, il Codice da Vinci.
Grazie a questo best-seller e al filone di revisionismo teologico che da esso ha preso le mosse, stiamo andando incontro a un fiume di interessanti scoperte. Adesso sappiamo che:

– Gesù non è morto in croce;
– si è sposato con Maria Maddalena e ha fondato una dinastia protetta dai Templari;
– Giuda non fu un traditore.

Ma… tenetevi forte. Il bello deve ancora venire:

Dio è Vanna Marchi!

Trame letterarie

Prendete una dozzina di pezzi di cotenna di maiale e fateli bollire. Mettete sul fuoco un pentolino di pomodori San Marziano, conditi con olio di Giove e sfoglia di cipolla saturnina. Aggiungete prezzemolo plutoniano tritato.
Quando la cotenna è bollita per mezz’ora, versatela nel sugo e mescolate, insaporendo con peperoncino di Venere. Dopo un quarto d’ora servite il tutto, con una spruzzata di tartufo di Antares. Non dimenticate di mettere un piattino di maionese uraniana accanto ad ogni piatto.

(da Le cosmicotiche, di Italo Calvè)