L’aquila, il granchio e la tartaruga

Un’aquila, un granchio e una tartaruga si incontrarono al tavolino di un bar.

“Facciamo a chi beve di più?” propose l’aquila.

“Io ci sto” rispose il granchio.

“Anch’io”, disse la tartaruga.

Detto fatto, si fecero portare tre boccaloni di birra.

Il granchio prese la ricorsa, saltò nel boccale e si mise a bere come un forsennato. In capo a un minuto era annegato.

L’aquila tuffò il becco nella birra e in men che non si dica vide il fondo del bicchiere. Ubriaca e felice si levò in volo con grida di giubilo, sbatté contro un palo e morì.

La tartaruga, che beveva con la cannuccia ed era appena al secondo sorso, commentò: “Chi va piano, va sano e va lontano”.

La morale della favola è: e imparàteli, ‘sti cavolo di proverbi!

Il conte di Norfolk

Il conte di Norfolk giocava a poker tutti i giorni. Era il suo gioco preferito. Non se la cavava male. Non avrebbe neanche avuto bisogno di barare, non sempre almeno. Ma non poteva farne a meno. Voleva vincere sempre, a tutti i costi. I suoi amici lo sapevano, e siccome, oltre che amici, erano anche suoi sudditi, per non rischiare lo facevano invariabilmente vincere. Se lui non riusciva a barare, ci pensavano loro. Gli facevano capitare le carte migliori, passavano con una scala reale in mano e così via. Anche Martino faceva così.

Martino era l’amico prediletto del conte di Norfolk. Il conte si annoiava senza di lui. Se lo portava dietro dappertutto: a caccia, nei viaggi, a tavola. A letto no, perché non era ricchione.

Naturalmente Martino era sempre della partita quando il conte giocava a poker. Gli altri giocatori potevano alternarsi, lui no. Dopo vent’anni di partite a poker, Martino cominciava a provare un po’ di stanchezza; ogni tanto gli succedeva di distrarsi. Di solito andava bene, tanto doveva perdere. Un giorno però commise una distrazione fatale: aveva in mano un full di re e si dimenticò di passare. Anche Norfolk aveva in mano un full, ma di donne. Martino vinse.

Un gelo calò di colpo nella sala. Negli ultimi trent’anni il conte non aveva mai perso. La cosa era tanto più grave in quanto il conte aveva 34 anni e giocava dall’età di quattro. Perciò non era preparato a perdere. Non credeva neanche più che la cosa fosse fisicamente possibile. Era come se gli oggetti avessero cominciato a cadere verso l’alto.

 

Gli ci vollero 2 ore e 50 minuti per riaversi dallo stupore. Quando si riebbe, condannò a morte Martino. La sentenza fu eseguita il giorno stesso mediante decapitazione.

 

Questa storia fece il giro del mondo e acquistò tanta notorietà da divenire proverbiale.

 

Ecco perché si dice “per un punto Martin perse la capa”.


Proverbi canini – 2

Non serve pungere con uno stuzzicadenti un mastino napoletano che ti sta attaccato alle chiappe.

Can che abbaia rompe.

Serpente che morde non abbaia.

Gatto che abbaia, c’è qualcosa che non funziona.

Veterinario che abbaia, è esaurito.

Can che finisce sotto un camion, non abbaia più.

Cagna che non abbaia quando un cane le si avvicina, resta incinta.

Can che abbaia non muore. Però il padrone si becca tanti di quei mortacci…

Can che raglia, vendilo a un circo.

Can che raglia e fa i compiti di matematica, vendilo a un circo ma chiedi molto di più.

Can che raglia e fa i compiti di matematica senza errori, fagli dare una mano a quel somaro di tuo figlio.

Asino che raglia, non sbaglia.

Proverbi canini – 1

Can che abbaia non dorme.

Can che dorme non morde.

Chi dorme non abbaia ai pesci.

Pesce pigliato in sonno non sazia.

Can che canta la Traviata non morde, ma è una sofferenza lo stesso.

Decano che abbaia non demorde.

Can che abbaia all’indietro non si morde la coda.

Dieci cani che abbaiano fanno cagnara.

Cane all’abbaino, ladri in salotto.

Can che abbaia e morde, non conosce i proverbi.

Non stuzzicare il can che morde.

Proverbi incrociati

Non mettere la stalla davanti ai buoi scappati.

Non mettere il carro davanti ai buoi, a meno che non sia per fermare la loro fuga dalla stalla chiusa in ritardo.

Non mettere il carro nella stalla insieme ai buoi: non c’è spazio. Al limite allarga la stalla.

Non mettere i buoi sul carro. Poi chi lo tira, tu? Falli lavorare, quei pelandroni!

Moglie e buoi dei Paesi Bassi (proverbio olandese).

Non puoi avere i buoi ubriachi e la moglie nella botte. E neanche il contrario.

Non puoi avere la botte ubriaca, neanche se tua moglie è scappata coi buoi.

Se metti la botte nella stalla, il vino puzzerà di bue.

Se tua moglie puzza di bue, smettetela di dormire nella stalla.

Se tu puzzi di bue, toccati la fronte per vedere se è tutto a posto.

Se vedi tua moglie accoppiarsi con un bue, o quello del bue è un travestimento, oppure tu non vali granché come trombatore.

Proverbi cinesi

Quando il dito indica la luna, lo stupido guarda il dito.

Versioni alternative

Quando lo stupido indica la luna, si caccia il dito in un occhio.

Quando il dito è puntato sulla luna, la luna si allontana fischiettando con aria indifferente.

Quando la luna punta il dito contro di te e ti dà dello stupido, è il momento di curarti seriamente.

Quando Luna, Stella o qualunque altra donna punta il dito su di te, nega tutto.

Quando la punta del dito si spezza, l’hai temperato troppo.

Quando in una notte di luna piena vedi le stelle, ti sei martellato il dito.

Quando tocchi il cielo con un dito e la luna ride, le stai facendo il solletico.