Bach – Suite per violoncello n.2

Bach – Suite per violoncello n.2

Jacqueline Du Pré, vc

La Suite n° 2 per violoncello solo di Bach nell’interpretazione di Jacqueline Du Pré.

La Du Pré non ha ovviamente il tocco robusto di Rostropovich o le smisurate sonorità di Casals. La sua è una scansione di luminosa tristezza. Il suo fraseggio lento è di un’intimità vibrante, palpitante di sfumature. Sembra di vederla muovere l’archetto assorta, tesa a svelare in ogni ansa del brano quella grazia pensosa che nessuno può esprimere meglio di una donna.

La sclerosi multipla ci ha sottratto troppo presto questa grande violoncellista.

https://www.youtube.com/watch?v=LkoDkBUxco0

Bach – Suite inglese n. 2

Bach – Suite inglese n.2

Alicia De Larrocha, pianoforte

Il Bach di Alicia Larrocha è corposo, impregnato di umori vitali. Non ha nulla del Grande Architetto che tesse la sua tela armonica, imprigionandoci in un dedalo di voci e controcanti dal quale usciamo, allo stesso tempo, purificati e lievemente ebbri. Alla Larrocha interessano la sua figura umana, i suoi scoppi di collera, i fastidi quotidiani che lo abbassano al nostro livello di comuni mortali. La “via larrochiana” a Bach è impastata di carne e sangue.
La pianista spagnola usa il suo intuito femminile per svelare il Bach di casa, col volto che presentava alla sua famiglia. Non c’è uomo che possa restare sul piedistallo di fronte a sua moglie, e Alicia, come una moglie sposata da trent’anni, passeggia tenendo per mano il burbero genio che impensierisce gli altri pianisti, preoccupati di dover decifrare i labirinti della sua musica assoluta. In sua compagnia, Bach è un uomo qualsiasi. E la sua Suite inglese odora di giardino mediterraneo.

1.Prélude

https://www.youtube.com/watch?v=-cmoD4aIK-k

2.Allemande

https://www.youtube.com/watch?v=oVXG5lnjmBw

3.Courante

https://www.youtube.com/watch?v=OSsiqmsqvcg

4.Sarabande

https://www.youtube.com/watch?v=xf8RXsC8JYc

5.Bourrée I – II

https://www.youtube.com/watch?v=NRGkTGURb-8

6.Gigue

https://www.youtube.com/watch?v=3dlRAH7cnNU

Bach – Preludio-Corale BWV 639

J. S. Bach

Preludio-Corale BWV 639

Tatiana Nikolayeva, pianoforte

La Nikolayeva esegue questo Preludio-Corale in modo singolarmente lento. La scelta di questo tempo accentua il carattere di meditazione-preghiera del brano: quasi che la pianista russa volesse scostare – come la mano scosta le pieghe di un tendaggio – i risvolti sacrali di questa musica nel momento in cui la esegue. Una presentazione che è insieme un invito alla riflessione. Ciò che di solito avviene in due momenti successivi, il puro godimento dell’ascolto e il ritorno del pensiero sulla musica ascoltata, qui accade simultaneamente.

Il passo tardo è inteso a lasciar cadere nel più profondo di noi la risonanza della voce chiamante (“Ich ruf zu Dir”), a farcene introitare il respiro spirituale prima che ritorni al silenzio.

Il momento in cui, verso la fine dell’esposizione del tema, il tempo rallenta ancora un po’ e il tocco si fa più tenue, è il punto in cui l’essere umano si manifesta più fragile ed è tentato di abbandonarsi alla corrente “per lo gran mar de l’essere” (1).

Fra le molte interpretazioni del Preludio-Corale BWV 639 prediligo questa proprio in ragione del suo invito alla meditazione parallela, che proietta la nuda linea melodica, sorretta da un’armonia essenziale, nei più lontani angoli dell’universo, quell’universo singolo e irriproducibile che alberga in ciascuno di noi.

(1) Paradiso, Canto I, 113.

Bach – Partita n. 1 per clavicembalo

Bach – Partita n. 1 per clavicembalo

BWV 825

Blanche Selva, pianoforte

Blanche Selva, pianista francese di origine catalana dei primi decenni del secolo scorso, è per me una novità assoluta.

A quanto mi pare di cogliere, attraverso la patina nebbiosa dell’incisione del 1928, la Selva si addentra nella Partita n. 1 con sommessa ma non timorosa reverenza. Il suo fraseggio mormorato pare quasi non voler infrangere la concentrazione dell’ascolto, che lei pretende attento fino alla devozione.

È un Bach non declamato ma scorrevole, addirittura fuggitivo (nel Menuet I-II), che arriva – viene da pensare – da distanze siderali, e vi rientra senza aver mai aggredito il silenzio.

https://www.youtube.com/watch?v=Nh9uhWV_gBc&feature=youtu.be&fbclid=IwAR3NB3slv5oFRbsW3gac9XAJxcYgIZkUIaSh3YcyCpd2YFtPv-gMGNZvem8&app=desktop

Bach – Klavierbüchlein – Maria Tipo

Bach – Klavierbüchlein

BWV 927, 928, 930

Maria Tipo, pf

Probabilmente l’impressione di una esecuzione “romantica” di questi preludi deriva dal fatto che Maria Tipo sfrutta pienamente le possibilità timbriche del pianoforte su musica concepita per il clavicembalo.

Il clavicembalo è particolarmente adatto alla scrittura contrappuntistica, dal momento che non permette di differenziare il suono in base alla forza con cui viene premuto il tasto. Quello che la Tipo fa è usare la potenzialmente illimitata tavolozza espressiva del pianoforte per superare l’uniformità di suono imposta dallo strumento usato da Bach. La potente impalcatura contrappuntistica, sempre riconoscibile nella musica di Bach, viene così arricchita di chiaroscuri che rendono ogni frase diversa ad ogni ripetizione, pur nel rispetto dei tempi e di ogni altra indicazione dello spartito.

Non abbiamo quindi sbavature sentimentali né indebiti “rubato”, ma, laddove ritenuti pertinenti, addolcimenti del tocco; non slanci eroici o drammatici ma una sottolineatura dei “piano” e dei “forte” secondo la sensibilità dell’interprete, senza che questa sapiente coloritura implichi l’irruzione dell’idealismo romantico nella c.d. “musica pura”.

Ciò vale in particolare per il terzo preludio, BWV 930, in cui Maria Tipo sembra accarezzare i tasti traendone effetti di una tale delicatezza da far quasi dimenticare che siamo in presenza di Bach. Ma, più si ascolta quest’esecuzione, più ci si rende conto che non c’è alcun abuso. Il grande Cantor si sarebbe certamente stupito, non potendo per motivi cronologici prevedere una simile ricchezza di toni in uno strumento a tastiera. Sono certo però che non avrebbe disdegnato questa interpretazione colma di umane palpitazioni: era tutt’altro che un arido tessitore di linee melodiche. Basti pensare, ed è un esempio fra tanti, alla pietà infinitamente umana dell'”Erbarme dich” della Passione secondo Matteo.

https://www.youtube.com/watch?v=2a1Yg7WG1-8

Inserisco il link anche ai Preludi BWV 924, 925 e 926:

https://www.youtube.com/watch?v=XO2GXGz8QkA