2009: riammessa lista di centrosinistra presentata in ritardo

Nel 2009, alle elezioni provinciali di Salerno, la lista dei Liberaldemocratici, che sostiene il candidato del centro-sinistra Angelo Villani, viene presentata in ritardo ed è respinta. I legali del movimento, nel ricorso alla Corte d’Appello, scrivono: “la commissione elettorale della Corte d’Appello, al momento della chiusura delle porte, avrebbe dovuto verificare quali presentatori della lista fossero presenti e se qualcuno fosse rimasto fuori, accettando comunque la documentazione che arrivava in ritardo ma mettendo a verbale l’orario di arrivo”.

La lista viene riammessa: si rilevano “cause di forza maggiore”, individuate nel traffico, che ha impedito la presentazione tempestiva dei documenti. A corredo del ricorso, il comandante dei vigili urbani verbalizza: “Sabato è stata chiusa la Salerno-Reggio Calabria tra Fratte e Pontecagnano e tutto il traffico si è riversato sulla tangenziale, con un notevole caos che si è esteso anche al raccordo tra Salerno e Mercato San Severino”.

I senatori del PDL Antonio Paravia e Vincenzo Fasano, in un’interrogazione parlamentare dello scorso 27 maggio, denunciano che alla lista mancavano le firme necessarie per presentare le candidature, che era stata presentata in ritardo, e che il ritardo era stato giustificato da un intervento compiacente della polizia municipale. L’accusa è confermata dalla circostanza che “uno dei candidati della lista interessata nonché sindaco di Corbara, dottor Rino Pauciulo, avrebbe utilizzato un’autovettura della polizia municipale del suo comune per recarsi con urgenza presso la commissione elettorale della Corte d’Appello di Salerno, il giorno di scadenza del termine per la presentazione delle liste”.

Nella risposta scritta, il sottosegretario leghista all’Interno Michelino Davico aveva commentato: “La Corte d’Appello ha applicato il principio del favor admissionis, volto a consentire la più ampia partecipazione dei gruppi alla competizione elettorale”. Secondo la giurisprudenza ricorrente, ha aggiunto Davico, “è da ritenersi valida la presentazione tardiva della lista quando lo scostamento orario è minimo e ascrivibile a circostanze non imputabili agli interessati”.

Il caso è molto simile a quello di Roma: anche a Roma la commissione elettorale non ha accettato i documenti presentati in ritardo, mentre avrebbe dovuto farlo, verbalizzando l’orario di consegna; anche a Roma il ritardo era trascurabile. Non c’era l’esimente del traffico. Ma siamo onesti: come si può considerare il traffico una causa di forza maggiore, quando il termine di presentazione è di tre giorni? La vera e seria giustificazione è che si è voluta favorire la più ampia partecipazione dei gruppi alla competizione elettorale.

E’ un principio sacrosanto. Ma, se è stato applicato in favore di un piccolo gruppo che partecipava ad elezioni provinciali, a maggior ragione dovrebbe esserlo in favore del più grande partito nazionale che partecipa ad elezioni regionali.
La sinistra, che l’anno scorso ha beneficiato di quel principio, oggi non solo lo rinnega, ma addirittura scende in piazza, grida al golpe, vuol mettere in stato d’accusa il Capo dello Stato, reo di aver firmato un provvedimento motivato proprio da quel principio.
Forse la maggior parte di coloro che protestano non conosce l’episodio di Salerno. Ma dovrebbe conoscerlo.