Karl Marx, un sociologo tedesco appassionato di zoologia, lesse un giorno un trattato sulla vita dei furetti. Il libro si diffondeva sull’abilità di questi piccoli animali, dei quali elogiava la sveltezza, l’organizzazione e l’ottimo senso dei rapporti sociali.
Ciò che colpì particolarmente lo studioso fu la tendenza a condividere il cibo e le altre risorse che gli esemplari di quella specie si procuravano qua e là.
Le osservazioni sulla vita dei furetti spinsero Marx a scrivere la sua opera principale, Il capitale, in cui teorizzò una società umana che ricalcava quella delle simpatiche bestiole. L’intera teoria fu da Marx condensata in una frase stringata ed efficace: “la proprietà privata è un furetto”.
Ma il tipografo francese che stampò l’opera, tale Proudhon, non conosceva bene il tedesco: al posto di furetto compose furto.
E’ così storicamente accertato che la rivoluzione russa, quella cinese e tutte le altre seccature che vanno sotto il nome di comunismo nacquero dallo sbaglio di un tipografo malaccorto.