Il mestiere della levatrice

Perché la levatrice si chiama così? Perché leva il bambino dal corpo della madre (poi però glielo restituisce, se è onesta). Subito dopo averlo levato, la levatrice lo lava. Ritengo perciò che in questa fase si possa legittimamente chiamarla lavatrice.

Ho sottoposto la questione all’Accademia della Crusca. Ecco la risposta che ho ricevuto:

“Gentile signore.

Abbiamo letto con attenzione le sue simpatiche idiozie. Ci rincresce però di non poter essere d’accordo con lei. Se consentissimo a chiamare lavatrice la levatrice, poi dovremmo ammettere di poter chiamare levatrice la donna che leva i panni dalla lavatrice, e questo creerebbe qualche confusione, non crede?

La ringraziamo comunque di aver impiegato il suo prezioso tempo a scriverci. Digeribili saluti” (questa credo abbia qualcosa a che fare con la funzione della crusca).

Insomma mi hanno risposto picche; però mi hanno inviato una scatola omaggio di Kellogg’s All Bran. Ma io della Kellogg’s mangio solo i fiocchi d’avena.

La morte e la fanciulla

La lingua la dice lunga sul carattere del popolo che la parla. Prendiamo il titolo di un famoso lied – e quartetto – di Schubert: “Der Tod und das Mädchen”, la Morte e la fanciulla. Der Tod, la Morte, è maschile. Non c’è da meravigliarsi: chi può dire una parola definitiva sul sesso della Morte? Lo puoi fare solo se la Morte ti appare e spalanca di botto il suo mantello come un esibizionista. Ma in quel caso ti porti il segreto nella tomba. Quindi, le opinioni sull’argomento sono tutte egualmente plausibili.

Ma la fanciulla? Das Mädchen: neutro. La fanciulla, neutro! Non sanno nemmeno di che sesso è una ragazza! Lo credo che i tedeschi a letto hanno fama di essere un disastro.

Meglio un giorno da leone che cent’anni da pecora

Questo proverbio, come tutti i proverbi, rende il concetto in modo necessariamente stringato. Se da un lato la sintesi permette di cogliere a colpo d’occhio l’essenziale, dall’altra è troppo scarna per i più esigenti. Dedico questo approfondimento a chi vuol saperne di più.

Innanzitutto bisogna sapere che le quotazioni del leone e della pecora non sono fisse.

Ad esempio, allo Wildlife Stock Exchange (WSE) di Sidney, una delle principali Borse Animali del mondo, il leone quotava ieri 36.281,01 pecore, in rialzo dello 0,22%. E dunque 1 giorno da leone valeva un po’ meno di 100 anni da pecora, che equivalgono a 36.500 pecore per un leone.

In Nuova Zelanda le quotazioni sono espresse in K-pecore, ossia in migliaia di pecore. La quotazione del leone in Nuova Zelanda è di 362,90 K-pecore, leggermente più alta che a Sidney, a causa dell’abbondanza di pecore che deprime il corso dell’ovino.

Un animale a forte volatilità è il pangolino, che fino a qualche anno fa veniva considerato una bestia difensiva. Al WSE di Kuala Lumpur il pangolino vale oggi 0,0032 tigri del Bengala. All’inizio dell’anno ne valeva 0,0068: in meno di 3 mesi si è dunque più che dimezzato. Le tensioni internazionali e l’abolizione del divieto di caccia al pangolino nel Sud Est Asiatico e nel Corno d’Africa ne hanno fatto precipitare le quotazioni. Secondo gli analisti, una ripresa del pangolino si vedrà non prima del 2004, sempre che la Grecia non decida di aprire le frontiere al commercio di pangolini vivi per supportare la sua traballante economia.

Molto rischiosi i contratti derivati sugli animali; specie i future sulla testuggine marina. Vendere oggi un future sulla testuggine è un’operazione azzardata. Si sa che le testuggini stanno nuotando verso le spiagge per deporvi le uova; dunque l’aspettativa del ripopolamento fa calare il corso dell’animale. Tuttavia sappiamo che le uova di testuggine sono facile preda di uccelli rapaci e serpenti: alla scadenza del future le uova potrebbero essere sparite, con conseguente impennata dei prezzi. I venditori di future sulla testuggine andrebbero in quel caso incontro alla perdita totale del capitale.

Già questa rapida carrellata sul mondo delle Borse Animali basta a dare l’idea di quanto sia ingenuo prendere i proverbi per oro colato. Chi pensa ai giorni del leone e della pecora come facili modelli del proprio stile di vita può svegliarsi con una brutta sorpresa.