Amarezza di padre

Da una lettera di John Shakespeare al figlio William

14 febbraio 1593

“È brutta, orba, zoppa, cretina e povera. Suo padre sta in galera per rapina a mano armata e sua madre fa la vita. Noi non li possiamo vedere e loro ci detestano. Dici di essere innamorato di Juliet, e che lei ti ricambia. In realtà la marpiona non vede l’ora di imparentarsi con uno Shakespeare. Ma tu minacci il suicidio perché ci opponiamo a questa follia.

Sai che ti dico, Willie? Non ti sopporto più. Se ti piace tanto quella sciacquetta, sposatela. Basta che non ne fai un dramma”.

Adriano e Antonino Pio

Tutti sanno che l’imperatore Adriano costruì l’omonimo Vallo al confine fra Britannia e Caledonia, che grosso modo corrispondono alle odierne Inghilterra e Scozia. Il Vallo di Adriano oggi si trova interamente in territorio inglese.

Non altrettanto conosciuto è invece il Vallo Antonino, costruito 15 anni dopo il primo in un territorio che oggi appartiene alla Scozia, e abbandonato nel giro di una generazione per la difficoltà di presidiarlo.

Tralascio le spiegazioni tradizionali sul perché Antonino Pio decise di spingersi più a nord e costruire il suo Vallo. Riporto invece un’altra tradizione proveniente da una fonte la cui attendibilità è ancora da accertare. Uso le parole della fonte, seguite dalla traduzione in italiano.

Antonine was studying a map in his tent during the British campaign. A fortune teller went to him and said: “You know, Her Majesty…”

“What? Whom are you speaking to?”

“Sorry, mi Imperator. I heard that local expression in the surroundings. You know, the Roman Empire won’t last forever…”

“So what?”

“Emperor Hadrian left that long wall. One day it will belong to the Englishmen”.

“To whom?”

“Britannis. Scots… Caledonians will have nothing. It is unfair. I think they deserve some Roman ruins”.

“Ruins?”

“Forget it. Some Roman vestiges, to show to the tourists”.

“Tourists? Listen, fortune teller, I pay you to tell the future, not riddles. One riddle more, and I’ll behead you with my own hands”.

“I’m deeply sorry, Sir… I mean, Imperator. Why shall Hadrian take all the glory? Why don’t you build your own wall to show to the next generations?”

“This makes sense. All right, FT. I’ll take your advice”.

“I am honoured and flattered, Imperator. By the way, do you know that one day FT will mean Finan… Fortune Teller?”

“It already does”.

“Yes, Imperator. Of course. Long live the Emperor Antonine!”.

*

Antonino stava studiando una carta geografica nella sua tenda durante la Campagna britannica. Un indovino andò da lui e disse: “Sapete una cosa, Vostra Maestà…”

“Cosa? Con chi stai parlando?”

“Scusate, mio Imperatore. È un’espressione locale che ho udito nei dintorni. Sapete, l’impero romano non durerà per sempre..”

“Embè?”

“L’imperatore Adriano ha lasciato quel lungo muro. Un giorno apparterrà agli inglesi”.

“A chi?”

“Ai Britanni. Gli Scozzesi… i Caledoniani non avranno niente. Non è giusto. Penso che meritino la loro dose di rovine romane”.

“Rovine?”

“Mi sono espresso male. Alcune vestigia romane, da mostrare ai turisti”.

“Turisti? Ascolta, indovino, io ti pago per predire il futuro, non per pormi degli indovinelli. Un altro indovinello e ti decapito con le mie mani”.

“Chiedo umilmente scusa, signore… voglio dire, Imperatore. Perché Adriano deve prendersi tutta la gloria? Perché non costruite anche voi il vostro bravo muro da mostrare alle future generazioni?”

“Questo sì che ha senso. Va bene, FT [fortune teller, indovino], seguirò il tuo consiglio”.

“Sono onorato e lusingato, Imperatore. A proposito, sapete che un giorno FT vorrà dire Financial… vorrà dire indovino?”

“È già così”.

“Certo, Imperatore. Naturalmente. Lunga vita all’imperatore Antonino!”.

La ruota di Duchamps

Si sente tuttora ripetere, da parte del pubblico meno smaliziato, la domanda: “che cosa vuol significare l’arte moderna?”

Talvolta questa domanda è del tutto ingiustificata. È il caso di questo lavoro di Marcel Duchamps, il cui significato è chiarissimo: non bisogna mettere le catena antifurto solo sulla ruota.

Andy Warhol fu talmente colpito da quest’opera che, nella sua autobiografia “Confessioni di una monaca mancata”, andata purtroppo distrutta in un inceneritore insieme ai resti della cena, dichiarò che, da quando l’aveva vista, non aveva mai più lasciato incustodita la sua bici.

L’influenza di Duchamps su Warhol non si ferma qua: un cartellone pubblicitario dell’artista americano, poi interamente ricoperto da scritte con lo spray lasciate da artisti ignoti, raffigurava dieci biciclette prive della ruota anteriore, allineate su una linea di partenza. Il cartellone si intitolava: “La corsa delle bici rubate”.

Lavori

1

– Di che cosa ti occupi?

– Svolgo attività non catodica.

– Cioè?

– Non faccio un tubo.

2

– Non esistono lavori degradanti.

– Giusto.

– Ogni lavoro ha la sua dignità.

– Vero.

– Il lavoro nobilita l’uomo.

– Bene. Adesso svuota quel cassonetto, barone.

Pensieri assortiti – 5

Film

Un film si dice sperimentale quando l’esperimento non è riuscito.

*

Scioglilingua per baristi

“Un affogato di avocado all’avvocato!”

(ho dovuto ripeterlo parecchie volte prima di pronunciarlo bene. È anche vero che non ho mai fatto il barista)

*

Chopin

Un sondaggio ha rivelato che il compositore preferito dalle donne è Chopin.

Un altro sondaggio ha chiarito il perché: il suo nome somiglia alla parola “shopping”.

Tra pesci

– Branzino! Come stai? È tanto che non ci vediamo!

– Ciao, Luccio.

– Perché quell’aria afflitta? Che ti è successo?

– Mi sono sposato.

– Congratulazioni! Chi è la fortunata?

– Un’orata, conosciuta in una riserva ittica.

– Però non ti vedo contento. Cos’è che non va?

– Mia moglie è molto possessiva e gelosa. Mi ha allontanato dagli amici; a poco a poco mi ha fatto il vuoto intorno.

– Avresti dovuto dar retta al proverbio.

– Che proverbio?

– Il matrimonio è una prigione d’orata.