Pensieri assortiti – 7

Esseri umani

In fondo siamo come insaccati esposti in salumeria: un impasto di passato avvolto in una pelle di presente, appeso a un filo di futuro.

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Pistolero smemorato

Morì in una sparatoria. Per ricordarsi di un impegno, aveva fatto un nodo alla canna della pistola.

A Justified Sinner

The Private Memoirs and Confessions of a Justified Sinner

by James Hogg

Il romanzo, che ho trovato interessante dal punto di vista linguistico, mostra lacune per quanto concerne la trama e, in ultima analisi, il suo stesso significato. Salvo che non lo si consideri un semplice romanzo gotico, il cui unico fine sia di tenere il lettore col fiato sospeso, in continua attesa di eventi raccapriccianti, lo svolgersi degli eventi presenta stranezze che a lungo andare risultano fastidiose.

Il misterioso amico del protagonista, l’anima nera della storia, è chiaramente un essere demoniaco. Come diavolo, però, il suo comportamento appare un tantino incoerente. Dapprima suggerisce al protagonista che sia giusto eliminare quelli che chiama “i nemici della fede” (la cui unica colpa, peraltro, sembra essere quella di aver messo in guardia il protagonista dal suo tenebroso amico). Per convincere il protagonista che commettere un delitto sia la cosa più facile del mondo, mette in campo le sue arti diaboliche: nei pressi della scena del crimine assume le sembianze di altre persone, su cui vuol far ricadere la colpa.

Ma, visto che l’uomo da lui plagiato seguita a tentennare, specie quando l’amico si allontana, e non si decide a mettere da parte i suoi dubbi morali (in fondo che cosa gli ha chiesto il tentatore? Una bazzecola come uccidere il padre), ricorre a mezzi di persuasione più spicci: lo incastra.

Tutto ciò che in passato ha ordito a suo beneficio, lo rivolge ora contro di lui. Il protagonista si ritrova braccato, accusato di omicidio, stupro e altri crimini di cui non ha il più vago ricordo.

In proposito una domanda rimane senza risposta: il demonio ha commesso egli stesso quei delitti, assumendo le sembianze dell’amico, o ha spinto la sua preda a commetterli in stato di alterazione mentale, levandogli poi ogni memoria dell’accaduto?

C’è un altro punto irrisolto. A che cosa serve questa tattica? A provare al recalcitrante amico che sottrarsi al suo controllo è pericoloso? Ma così il diavolo opera con coercizione. Il suo fine dovrebbe essere quello di diffondere la corruzione morale, inducendo gli uomini a scegliere liberamente di fare il male. Può essere condannato alle fiamme eterne un uomo che compia delitti per paura della reazione del diavolo? Questo fa a pugni con i ruoli stabiliti nella commedia umana. Anche il diavolo, per vincere, deve rispettare le regole assegnate alla sua parte.

In seguito ci troviamo in mezzo a un altro pasticcio non risolto. Per scampare alla forca, il protagonista scappa e si rifugia in una specie di fattoria. Qui viene assalito da mille presenze invisibili. Sono altri diavoli? Che cosa li disturba? E perché il diabolico amico li sconfigge, salvando la vita all’uomo che vuol perdere? Resta il dubbio che questi spiriti siano stati sobillati proprio dal diavolo principale, che finge di sgominarli per legare finalmente a sé il tremebondo protagonista.

Queste domande non avranno mai risposta. Il romanzo è pieno di questi fili appesi. Non rivelerà nulla nemmeno il finale, alquanto stiracchiato e prevedibile, in cui il protagonista prende l’improvvisa decisione di suicidarsi per sottrarsi ai continui tormenti ed evitare di cadere nel gorgo della perdizione.

9/7/2021