I poemi grigi

i poemi grigi, che cominciano in medias res, come le prove di un quartetto; che hanno l’aria di attraversare la città con un fardello; dallo sguardo malinconico e le gambe torpide, mentre il tedio e il mistero si addensano; che cominciano con una minuscola e terminano con una virgola o un’interiezione sbadata; aridi come cespugli polverosi; in perenne distillazione; mai vibranti ma tremuli, schivi e astrali; iniziati di notte, con un sussulto durante il sonno; irti di rituali scabrosi e di paure ancestrali; incagliati negli ozi della tundra, mai declamati nelle valli scozzesi

sono forse gli stessi poemi alteri dei fanciulli che non hanno voglia di nascere.

1976

Sezioni del gelo

Sezioni del gelo

monumentali sanzioni alla base di clessidre imperiali

pargoli astinenti all’ingresso di arabeschi e dicotomie

il portare e il recidere

l’inorgoglirsi dei falsi màrtiri di rame

lo spessore delle allodole nuziali

il ceppo su cui si celebrano i sonni dei potenti e degli artificieri

schegge di razze estinte fuse in rupie e degradate a sale

che s’infiltra nei baluardi somali

religioni affittate a coltivatori di rughe

transitano in fanatismi melliflui come rosoni

sottintesi in un breve olocausto di foglie.

.

.

.

1976