La vita si legge in nastri rupestri

La vita si legge in nastri rupestri

affumicati dal tempo, fecondati

dal magma aureo degli occhi.

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Baratri in cui si annidano

arti lillipuziane,

folle di licaoni, romanzi di orche gialle;

moli da cui prende il largo

l’uomo in perenne deriva

dalla proda di pietra corinzia.

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Navi incatenate affondano

nelle spire di incensi.

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L’alba un arazzo di ipotesi

lussureggianti.

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7/1/2024

La falange dissepolta

La falange dissepolta che procede dal calice

fra pietre sgominate e fienagione incorrotta

reticola albe rabbiose

ondeggia nella campagna turrita

sotto la regola del lago magnetico.

Chi tenne mano ai suoi riti fragorosi

alla falcidie d’occhi, allo sperpero delle brume

non può dolersi di affetti divelti

di soglie del pianto oltrepassate.

Nel giorno che vedrà il rosseggiare

lontano delle giogaie

per un crepitio di pellicce nei boschi cedui

al culmine dell’inginocchiamento dinanzi a un re salico

quegli avrà in dono la sua porzione di giustizia e di usi civici

tranciata dalla sciabola. Dovrà accettarla

guardandosi i piedi smarrito

ed ogni vanto gli sarà interdetto.

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23/4/1987

Dove mi porta la perfida barca

Dove mi porta la perfida barca,

cieco pesce di legno,

dove puntano, ai remi, gli accoliti,

smaniosi quanto basta per esultare in mare?

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Sguscia e schiaffeggia, riceve squame,

cede il gracchio del legno,

urtando bieche tortore di mare,

appostate fra le onde,

mirando a un fondo d’alba.

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Oberata di scogli

avanza nel circo dell’oceano

molestandone i leoni, trascinata

dalle criniere, e spicca frutti lucidi,

balza di schiuma in schiuma,

di pugno in pugno, dietro ai suoi caprioli:

quando un rumoreggiare del tempo diurno

la rintraccia, equipaggia

di velature d’etere

ed ella scende nel non sussultante

che doma e riverisce il suo viaggio.

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16/7/1982