Sarà lento, lento il mio viaggio

Sarà lento, lento il mio viaggio,

pieno di trafitture e fremiti,

ricoperto di pesci odorosi,

fiancheggiato da cenere e rimorsi.

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Porterò con me limoni di zolfo

e un’intera cassetta di soluzioni impossibili

col suo querulo cigolio

e le sue fontane di nebbia.

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Avrò occasionali compagni

battaglioni di insulti e rimostranze,

braccia conserte di donne alla finestra,

addii di venditori di tramonti.

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Quando oltrepasserò

la soglia dei venti ammansiti,

la rosa canina degli infermi

sarà la mia stella polare.

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9/1/2024

Grandinata di rose

Grandinata di rose. Apro l’ombrello,

ragno avvolto in un nero mantello.

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Passeggio fitto sotto l’acqua.

Una ragazza dallo sguardo impubere

beve la pioggia col seno.

Batte in uno spiraglio

una luce che non marcisce.

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Tenebra lenta di spessa fibra

accomuna il ghiaccio e la rocca

(viaggia a nera, tagliente andatura)

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7/6/1985

Dove mi porta la perfida barca

Dove mi porta la perfida barca,

cieco pesce di legno,

dove puntano, ai remi, gli accoliti,

smaniosi quanto basta per esultare in mare?

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Sguscia e schiaffeggia, riceve squame,

cede il gracchio del legno,

urtando bieche tortore di mare,

appostate fra le onde,

mirando a un fondo d’alba.

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Oberata di scogli

avanza nel circo dell’oceano

molestandone i leoni, trascinata

dalle criniere, e spicca frutti lucidi,

balza di schiuma in schiuma,

di pugno in pugno, dietro ai suoi caprioli:

quando un rumoreggiare del tempo diurno

la rintraccia, equipaggia

di velature d’etere

ed ella scende nel non sussultante

che doma e riverisce il suo viaggio.

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16/7/1982