Sarà lento, lento il mio viaggio

Sarà lento, lento il mio viaggio,

pieno di trafitture e fremiti,

ricoperto di pesci odorosi,

fiancheggiato da cenere e rimorsi.

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Porterò con me limoni di zolfo

e un’intera cassetta di soluzioni impossibili

col suo querulo cigolio

e le sue fontane di nebbia.

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Avrò occasionali compagni

battaglioni di insulti e rimostranze,

braccia conserte di donne alla finestra,

addii di venditori di tramonti.

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Quando oltrepasserò

la soglia dei venti ammansiti,

la rosa canina degli infermi

sarà la mia stella polare.

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9/1/2024

Il metronomo avanza scandendo la pelle degli angeli

Il metronomo avanza scandendo la pelle degli angeli

scandendo sorrisi di nebbia, Alpi piene di cicatrici,

gentili industrie di musica addolorata

con la sua matita che esercita tempo

e il suo prisma di battiti.

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Vediamo musiche rovinare dai legni

trascorrere ponti e archi.

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Insiste in timpani, danza in aghi gialli,

interiorizza deserti,

veste della sua resina solidale i corpi ciechi,

depone il suo lievito incerto

sull’antico selciato.

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Raccoglietevi al cospetto delle sue passiflore.

Non cercate impossibili cardi!

Basterà che dormiate:

sul collo una sorda respirazione di tuba;

certa musica confusa che trasuda dalle notti;

orchestrali sparuti, seduti sulle lenzuola,

cuciono i loro violini

come gnomi che alacri forano il sonno.

E il letto, col suo elucubrante dormitorio,

in viaggio ventoso verso la roccia chiamante

annotata di sguardi, gemella della musica.

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Maggio-giugno 1982