Pensieri assortiti – 6

Dinamiche di coppia

Come coppia cominciavamo ad affiatarci. Ma abbiamo corso troppo e ci siamo sfiatati.

*

Esame di avvocato

– Mi fa vedere le comparse che ha fatto?

– Ma io non lavoro nel cinema.

– Avanti un altro.

*

Figli e figliastri

Dopo l’equiparazione dei diritti dei figli naturali a quelli dei figli legittimi, l’unica distinzione rimasta è che i figli naturali vogliono bene agli impropri cari.

Beethoven – Sonata in mi minore op. 90

È una Sonata meravigliosa: il secondo tempo non smetterà mai di commuovermi. Beethoven comincia a sentire il bisogno di precisare in modo sempre più dettagliato le dinamiche dei tempi delle sue composizioni: “Nicht zu geschwind und sehr singbar vorzutragen” (“Non troppo veloce e molto cantabile”). Ci sarebbe tanto da dire su questa Sonata. Thomas Mann vedeva nell’op. 111 un grandioso e definitivo addio alla forma-sonata; spinto forse proprio da questa suggestione, io vedo nell’op. 90 un addio al c.d. secondo periodo: quello della fierezza titanica, degli slanci tempestosi, delle accelerazioni rapinose. A partire dall’op. 101 Beethoven si apre a una meditazione più rasserenata, ma non per questo priva di fuoco. È solo che smette di lottare col Destino, si sforza di accettarlo, di comporre le energie vitali in una visione trascendente.

Non è curioso che entrambe le Sonate, l’op. 90 e l’op. 111, siano in due tempi? Probabilmente, scrivendo le ultime note del secondo tempo, Beethoven si rendeva conto che stava chiudendo una fase del pensiero musicale, e che un terzo tempo sarebbe stato un intruso. O almeno mi piace vederla così.

Beethoven – Sonata per violino e pianoforte op 96

Beethoven – Sonata per violino e pianoforte op 96

Yehudi Menuhin, vl – Wilhelm Kempff, pf

L’apertura così disarmante di questa Sonata, un trillo seguito da tre note discendenti, ha un tono interrogativo: “Cosa accade? Cosa c’è nell’aria?”. Una domanda che viene ripetuta per tutto il primo tempo (Allegro moderato). Il secondo (Adagio espressivo) ha un’andatura tranquillissima. Si ritrova un po’ di agitazione nello Scherzo: questo terzo tempo si lega all’Adagio espressivo quasi senza soluzione di continuità. Il quarto movimento (Poco Allegretto) si apre a passo sciolto e, dopo un movimentato episodio centrale che si chiude con accenti riflessivi, riprende la sua marcia confidente verso un futuro aperto alla speranza.

Questa ultima sonata per violino e pianoforte si affaccia sul terzo periodo, in cui non ci saranno più Sonate per violino e pianoforte né Trii, ma solo opere improntate a un nuovo spirito: ancora 5 Sonate per piano, 5 quartetti, due Sonate per violoncello e pianoforte, intervallati da opere d’occasione, come i Temi variati, che sono solo un tirare il fiato prima di affrontare le ultime monumentali fatiche: la Nona, la Missa Solemnis, le Variazioni Diabelli. Quel terzo periodo in cui la tensione – e tentazione – titanica cederà il passo alla contemplazione della trascendenza, al dialogo con l’Assoluto, in un progressivo distacco dalle passioni umane, dal corruccio, dall’ira, dalla strenua lotta per gli ideali.

La Sonata op. 96, e la Sonata per piano op. 90, ad essa corrispondente per temperie, sono i due brevi passaggi verso l’altopiano degli ultimi voli. Il loro tono di ansia sospesa, in attesa di un mondo espressivo che sta per dischiudersi, un mondo ancor più sorprendente, dopo tutto quello che c’è stato, me le fa ascoltare sempre con un brivido.

20/1/2021