All’orizzonte le chiome della laguna

All’orizzonte le chiome della laguna:

il loro rosso fastoso fa arretrare i cavalli,

sequestra le lingue nelle logge,

veste di apoteosi i dignitari ducali.

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Sul canto delle sponde

un gonfalone di fiori trionfanti.

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Un proemio di luce naturale

si srotola sul corso

di arredi bianchi e vincastri

recati al fuoco nuovo.

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24/2/2024

Si affatica sull’erta il violoncello

Si affatica sull’erta il violoncello

che non ambisce alla gloria ma a spezzare

la pietra quotidiana

gemendo di preghiera,

risalendo la china della luce,

straniero tra i nidi del gorgheggio,

oscuro agli amanti

di vaghe barcarole

rapiti da un frullo di sandali

nelle indolenti astanterie del mare.

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Noi che chiniamo la testa al rigore

del suo aratro di stento, che apre i nostri

territori di cuoio,

sostiamo attenti all’attimo

trepido in cui l’archetto

inaspettato busserà al cuore,

alla sua voluttà di eruttare.

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20/2/2024

Propilei e meraviglie antiche

Propilei e meraviglie antiche

e quaderni di gesta risaliti dalla Storia

crepitano su un orizzonte di dura luce.

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Sull’onda che ci solleva

tremano i plessi dei nostri abbandoni.

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Alla vergine trascurata, odorosa di abbracci, 

qualcuno dovrà restituire il colonnato di latte.

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18/2/2023

I fabbri sotterranei color del mosto

I fabbri sotterranei color del mosto

i cardatori del viluppo di miti

scuotono le redini della casa

ed imbrattano il sonno.

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Tornati alla luce infrangono i marmi

bagnano i rebbi nei corpi di spugna.

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Le mani, al ritrarsi,

elidono la cenere

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(roteando si smorza la rosa)

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agosto 1988

Uno sciabordio di esametri in lizza

Uno sciabordio di esametri in lizza

(si abbattono sulle torri scarlatte)

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La parola rintocca

nei deserti di etere: è l’ora

di sciogliere i cani sulla brughiera

(latrano alle spelonche)

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Trilla nel vacuo, e accelera la luce,

un usignolo decapitato.

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1/3/1988

Scompongo le tue fluttuanti linee

Scompongo le tue fluttuanti linee

bagnandole in un’acqua di incertezza.

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L’occhio impudente dei riflettori

che scaricavano getti fumosi

tu raggiera azzurrognola di sguardi

pubblicamente gatta

nera mantella, bianco ombelico

morbide gambe sotto la gonna

termini e scompari

snodando la tua luce fradicia.

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16/2/1986

Grandinata di rose

Grandinata di rose. Apro l’ombrello,

ragno avvolto in un nero mantello.

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Passeggio fitto sotto l’acqua.

Una ragazza dallo sguardo impubere

beve la pioggia col seno.

Batte in uno spiraglio

una luce che non marcisce.

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Tenebra lenta di spessa fibra

accomuna il ghiaccio e la rocca

(viaggia a nera, tagliente andatura)

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7/6/1985