Si abbatte il lago di ferro

Si abbatte il lago di ferro

centrifugando foglie,

deformando la corsa

degli animali nel lenzuolo verde.

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Il raggio indaco espulso dal suo cuore

riga il costato del cielo.

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Vagano genti orfane del lago

flagellate da angeli vuoti.

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26/12/2023

Mi levo sulle stuoie

Mi levo sulle stuoie, ponendomi a questa

finestra che inquadra residui di architettura:

mezzo frontone, un mozzicone di campanile,

un tratto di ballatoio;

le nubi che insoddisfatte riedificano

senza posa le loro sculture.

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Compongo il mio profilo sul perno celeste,

soggetto ai climi, ai densi umori planetari, 

intorbidato dall’acqua delle mappe.

La mia vita si spende nella pagaia:

sensazioni flessuose si accomiatano alle anse,

richiami di fiere oltrepassano il corpo ammutolito.

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Prigioniero del lucernario

risalgo i raggi sconfitti

(affondano nel ventre della casa)

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L’orazione spezza per sempre i suoi scudi:

muore nel fulgore ellenistico, come statua ripudiata,

muore tra l’incertezza e la fatica, come una talpa invecchiata,

e infine muore, asciuttamente, con labbra grinzose.

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Questa dovrebb’essere, e non è, la fine:

la penna riappare sull’ala, i luoghi s’empiono di parole,

il canterano di vecchi tessuti abusivi e neri cimeli.

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Chi può dire, tra breve, che altre fole

racconteranno ospiti semiseri

rimestando la cenere nei piatti?

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9/9/1982