Saluta la stagione fervente

Saluta la stagione fervente

stesa sul selciato di ossidiana,

chiusa nei petti che solcano l’aria.

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Cerchi in sonno parenti perduti,

morti o troppo cresciuti per ricordarsi di te.

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Rincorri inebetito il tempo

che tutto ha trasformato

mentre ruzzolavi sui greti

dipingendo scenari con gli occhi,

pregustando sorsate di vino

che in cantina hai lasciato irrancidire.

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Cuccioli in spazi aperti si accapigliano;

dal tuo cocuzzolo di sabbia

si allontana il guaito.

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15/3/2024

Mi accampo fra una popolazione

Mi accampo fra una popolazione di insanie mormoranti

lingue che esalano lingue fredde

tristi matrimoni di occhi sapienti

mentre un pizzicato di danza felpa i sospiri

e un demone contegnoso accastella follie.

Sull’impalcatura in rigoroso disfacimento

batte il piede della turba pungolata

e c’è un convegno di poche persone turbate, e sparizione di mosche.

La condanna cavalca verso la fine delle stoffe

sorgente di immediati esilii.

Gli uomini si vestono di castigo, ma queste interdizioni cesseranno

al mutare della notte in vino.

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giugno 1979