Saluta la stagione fervente

Saluta la stagione fervente

stesa sul selciato di ossidiana,

chiusa nei petti che solcano l’aria.

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Cerchi in sonno parenti perduti,

morti o troppo cresciuti per ricordarsi di te.

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Rincorri inebetito il tempo

che tutto ha trasformato

mentre ruzzolavi sui greti

dipingendo scenari con gli occhi,

pregustando sorsate di vino

che in cantina hai lasciato irrancidire.

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Cuccioli in spazi aperti si accapigliano;

dal tuo cocuzzolo di sabbia

si allontana il guaito.

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15/3/2024

Ti ho predetta

Ti ho predetta

aperta, disancorata e spaziale.

Sei venuta nell’aurora

a capo di armenti rischiarati

spezzando verghe di fuliggine, con pastorale turgore.

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Mi fai ricordare di tutte le isole

che non ho scoperto, o a cui ho impedito di nascere.

Fomenti la mia indole senza lido, che un tempo

stipulava atti di pirateria

o risolveva dubbi di circumnavigazione.

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Nulla di ciò che chiedi è sacro:

pennacchi eretici e un sincopato tubare

annunciano agli esuli di mare

la nave che ti racchiude.

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Sul tuo petto di schiuma lavorata

erra la bocca in dolce

profanazione.

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25/1/1982